Progetto TELL: borse di studio per le scuole invernali di Osijek e Salonicco

Public Library of the Year 2025 3/11/2025 La misura sostiene la formazione di professionisti che opereranno per promuovere la libertà di espressione, lo sviluppo sostenibile e l’intelligenza artificiale in biblioteca. Giuseppe Vitiello, Senior Advisor Europe – Rete delle Reti Nell’ambito del progetto TELL finanziato da Erasmus+, Rete delle Reti è lieta di annunciare che una serie di borse di studio saranno destinate a bibliotecari/e interessati/e a partecipare alle scuole invernali di Osijek (Focus: Fondi Strutturali e di Investimento Europei; 17-19 febbraio 2026) e Salonicco (Focus: Raccomandazione del Consiglio d’Europa, 26-30 gennaio 2026). Il numero e l’ammontare delle borse di studio saranno determinati in funzione degli interessi prioritari di RdR. Le due Winter Schools rappresentano uno degli eventi formativi chiave del progetto TELL. Si tratta di programmi intensivi, rispettivamente di 3 e 5 giorni, ospitati dall’Università di Osijek e dall’Università Internazionale Ellenica. L’obiettivo principale è quello di formare 60-65 professionisti bibliotecari in Bulgaria, Croazia, Francia, Grecia, Italia e Romania alla definizione e all’applicazione di una cultura professionale che abbracci la libertà di espressione, lo sviluppo sostenibile e l’intelligenza artificiale, così come la loro applicazione in biblioteca grazie ai Fondi strutturali. I programmi definitivi delle due scuole saranno pubblicati sui siti di TELL (https://tellproject.eu/) e Rete delle Reti (https://retedellereti.org/). I partecipanti saranno selezionati sulla base di: Profilo professionale; Innovazione e leadership; Competenze e abilità; Allineamento con le priorità europee; Dimensione istituzionale; Equità e inclusione. Trattandosi di “Formazione di formatori”, ciascuno dei partecipanti selezionati dovrà inoltre presentare un programma di attività da svolgersi tra marzo e settembre 2026, che mira a replicare e diffondere i contenuti appresi nel corso della Winter School. Un’informazione circa il numero di borse e sulla loro entità sarà pubblicata nella prima metà di Novembre 2025. Comunicazioni definitive saranno inviate ai partecipanti nel corso di Dicembre 2025.
Public Library Award

Public Library of the Year 2025 3/11/2025 In giro per il pianeta e in armonia con la Terra: sostenibilità e comunità al centro del premio IFLA/Baker & Taylor alla Public Library of the Year 2025 di Antonella Lamberti, IFLA Libraries for Children and Young Adults Ogni anno IFLA assegna un premio a una biblioteca pubblica che sia riuscita a combinare al meglio un’architettura aperta e funzionale con soluzioni di alta tecnologia sostenibili e creative, integrando sviluppi digitali e cultura locale.Le biblioteche che intendono concorrere al premio devono essere di nuova costruzione oppure essere state oggetto di un ampliamento significativo, o ancora essere situate in un edificio che non era precedentemente utilizzato come biblioteca. Il premio “Biblioteca pubblica dell’anno” prevede un premio in denaro di 5.000 dollari, sponsorizzato da Baker & Taylor, un distributore di libri per biblioteche pubbliche e accademiche e scuole, con sede a Charlotte, nella Carolina del Nord, negli Stati Uniti. La cerimonia di premiazione si svolge abitualmente durante il Congresso Mondiale delle Biblioteche e dell’Informazione (WLIC) dell’IFLA e quest’anno ha avuto dunque luogo al Centro Congressi di Astana, in Kazakistan, nel mese di agosto, durante l’89° WLIC. I principali temi dei criteri di valutazione sono l’interazione con l’ambiente circostante e la cultura locale; la qualità architettonica; la flessibilità, incluso il modo in cui gli spazi della biblioteca sono progettati e organizzati per ispirare le attività degli utenti e supportare nuove attività e sinergie tra i vari spazi dell’edificio; la sostenibilità, considerando anche come i principi di sostenibilità sono stati integrati nella progettazione e nelle attività della biblioteca; l’apprendimento e le relazioni sociali, ovvero come la biblioteca offre percorsi formativi e il modo in cui il design degli interni supporta lo sviluppo delle esigenze individuali, sociali, culturali ed economiche; la digitalizzazione e le soluzioni tecniche. La vincitrice del 2025 è stata la Biblioteca Gabrielle-Roy, situata nel Québec, in Canada, considerata dalla giuria un modello di successo e un esempio di ristrutturazione creativa e sostenibile. Inaugurata nel febbraio 2024 nel cuore del quartiere Saint-Roch, anziché optare per la demolizione e una nuova costruzione, il suo progetto, firmato dal consorzio di architetti Saucier + Perrotte | GLCRM, ha trasformato completamente la struttura pre-esistente. Vediamo quali sono stati gli elementi principali presi in considerazione per questa scelta. La sostenibilità e l’architettura innovativa hanno giocato un ruolo molto importante. La ristrutturazione e l’ampliamento hanno ridotto al minimo gli sprechi e adattato la struttura alle esigenze della biblioteca. La trasformazione strutturale ha permesso dunque di modificare l’aspetto precedente della biblioteca, da quello che è stato definito “recintato e passivo rispetto all’esterno”, in un edificio dall’aria moderna, stimolante e ben collegata all’ambiente urbano circostante. Le funzioni pubbliche sono state distribuite in tutta la struttura, con un collegamento visivo piacevole verso l’esterno grazie a una facciata vetrata su strada e un balcone. All’interno, una grande scala centrale illuminata da un lucernario funge da atrio e punto focale. Molto importante e apprezzato anche l’approccio incentrato sulla comunità di questa biblioteca, che ha incluso un processo di co-progettazione per definirne servizi e spazi. Questo aspetto si è concretizzato anche nei dieci hub tematici distribuiti sui quattro livelli (per esempio Musica e Cinema, Giovani e Cucina, eccetera), che rappresentano un supporto a una vasta gamma di programmi della biblioteca, offrendo ambienti di apprendimento, creatività e relax. Con questo tipo di progettazione e realizzazione, da semplice deposito di libri, la biblioteca è stata trasformata a tutti gli effetti in centro sociale, o “terzo luogo”, ben adatto a una comunità dinamica. La sua offerta di servizi risulta estremamente ampia e moderna, includendo anche uno studio musicale, una sala proiezioni, un fab lab e un laboratorio artistico. Possiamo comunque immaginare che la scelta per la giuria non sia stata per niente facile, visto che le altre due biblioteche in concorso pure rappresentano mirabili esempi di progettazione sostenibile e incentrata sul servizio alla comunità. Una delle due è la Biblioteca di New Canaan, in Connecticut , che si distingue come un accogliente e moderno “salotto pubblico” per la sua comunità. Progettata in stile “Mid-Century Modern” (uno stile di design popolare nella metà del XX secolo, caratterizzato da linee pulite e semplici e dall’assenza di abbellimenti), la struttura è intrinsecamente aperta e flessibile, pensata per l’uso comunitario e integrata perfettamente nel paesaggio urbano anche grazie all’uso di pietra locale. Unendo estetica a funzionalità, pone forte enfasi sulla sostenibilità: l’edificio è stato concepito con sistemi a risparmio energetico, energie rinnovabili e materiali ecocompatibili. Gli interni, inondati di luce naturale e caratterizzati da finiture neutre e naturali, rafforzano il senso di connessione con l’esterno, rendendo la biblioteca non solo un centro di apprendimento, ma un punto di incontro luminoso e invitante. Ogni elemento è progettato a misura d’uomo e con un forte senso di connessione conl’esterno, che si evidenzia soprattutto nelle invitanti vedute sull’edificio dalle strade e dai diversi giardini e piazze adiacenti alla biblioteca. L’altra biblioteca in concorso è stata la Biblioteca di Heping a Shanghai: la prima “biblioteca-parco” della città aperta 24 ore su 24 e brillante esempio di riconversione edilizia. Originariamente edificio inutilizzato, immerso nel Parco di Heping, è stato ristrutturato preservando il più possibile la struttura originale. Il progetto si è distinto per la sua forte ispirazione contestuale: è stato concepito per offrire ai visitatori la sensazione di trovarsi nel mezzo di un giardino, integrando splendidamente spazi interni ed esterni. La struttura principale è infatti collegata al parco da corridoi circondati da piante, diventando parte integrante della rete ecologica locale e offrendo habitat stagionali per gli uccelli. Con una superficie di 10.000 metri quadrati, la biblioteca comprende quattro sale tematiche, una galleria d’arte e uno spazio verde centrale. Suddivisa in una sala comune e una per bambini, l’architettura della biblioteca si ispira all’immagine di un “libro aperto”. La Sala Generale incarna il concetto di “Scoperta della Natura”, con elementi che richiamano fiumi e foreste, mentre la sala per bambini si ispira ai “Sogni Stellati”, utilizzando luci, ombre e colori che evocano l’innocenza e la fantasia. L’intera struttura eccelle nell’uso
RAVELLO LAB 25: Turismi e culture per la rigenerazione dei luoghi

RAVELLO LAB 25: Turismi e culture per la rigenerazione dei luoghi 3/11/2025 C’era anche la “Rete delle reti” a Ravello Lab 25 per affrontare il tema di quest’anno e produrre proposte operative finalizzate alla redazione di “raccomandazioni”. di Giuseppe De Righi, Presidente della Rete delle Reti Queste costituiscono un patrimonio di informazioni, indicazioni e buone pratiche, cui potranno fare riferimento legislatori di vari livelli (europeo, nazionale e regionale), organismi amministrativi cittadini e regionali, associazioni pubbliche e private. Un corposo volume distribuito all’entrata ci ha restituito i lavori degli anni precedenti in termini di raccomandazioni e costituisce un patrimonio di notevole entità, cui fare riferimento anche per approfondimenti tematici e operativi. Ravello Lab 25 è stata una tre giorni in cui l’apporto della cultura alla promozione turistica e alla rigenerazione dei luoghi e delle città è stato sezionato e dibattuto da diversi punti di vista, con l’adeguato approccio scientifico e con interventi autorevolissimi, sia in riunioni plenarie, sia nei lavori di gruppo, previsti in tre panel: l’Italia dei piccoli borghi e delle aree interne; le produzioni culturali per le trasformazioni; capitali italiane della cultura: pratiche e impatti a dieci anni dall’istituzione del titolo. Rete delle reti, presente all’evento con il Presidente, ha dato il proprio apporto e il proprio contributo nel panel 1, condotto e diretto dal Rettore dell’Università del Salento Fabio Pollice, concernente i piccoli borghi e le aree interne. “Ho fatto tesoro della mia esperienza come Presidente del Consorzio sistema Castelli romani, che nella propria missione prevede, oltre alla formazione, manutenzione e gestione del sistema bibliotecario e delle singole biblioteche comunali, anche la promozione della cultura e la promozione del territorio a fini turistici – commenta De Righi -; qui infatti i nostri comuni – 17 -, pur nelle difficoltà finanziarie e operative e nella complessità dell’intero sistema Castelli romani, hanno voluto affidare al Consorzio compiti di una certa vastità, che ricomprendono anche la promozione dell’area a fini turistici, che svolgiamo mediante un apposito organismo – la Destination Management Organization DMO – costituita in forma di associazione mista pubblico/privata. A Ravello Lab 25, nella prestigiosa Villa Rufolo, Rete delle reti ha potuto estrinsecare la vocazione di rappresentanza nazionale con interventi mirati ma, soprattutto, abbiamo avuto la possibilità di ascoltare interventi di altissima qualità, come la Lectio del professor Bray, presidente della Treccani, e di seguire tante diverse esperienze. Infine Ravello Lab 25 è stata anche l’occasione per incontri ravvicinati di un certo valore finalizzati a spiegare il senso e la missione della nostra associazione, con la speranza di far conoscere Rete delle reti a personalità della cultura nel nostro Paese e, non da ultimo, raccogliere anche qualche ulteriore adesione”.
Nasce BITO – Biblioteche integrate del Torinese

Nasce BITO – Biblioteche integrate del Torinese 3/11/2025 Il più ampio progetto di cooperazione bibliotecaria oggi attivo in Italia arriva da lontano, attraverso un percorso che può rappresentare un modello di azione anche per altri territori in Piemonte e nel resto d’Italia. di Franco Orsola, responsabile di BITO Nord-Est Il 15 settembre 2025 è stato completato il processo di unificazione dei cataloghi e dei servizi dei due principali sistemi bibliotecari dell’area metropolitana torinese: il Sistema Bibliotecario Urbano di Torino (SBU) e il Sistema Bibliotecario dell’Area Metropolitana (SBAM).Da questa integrazione nasce BITO – Biblioteche integrate del Torinese, una nuova rete che coordina oltre novanta biblioteche pubbliche distribuite sul territorio della Città di Torino e dei comuni della cintura metropolitana. Un percorso condiviso BITO è il risultato di un percorso di cooperazione avviato nel 2019 con il Protocollo d’intesa regionale per l’integrazione dei servizi bibliografici, della circolazione libraria e delle attività culturali. L’obiettivo, definito anche dal Regolamento regionale “Disciplina delle biblioteche, delle reti e dei sistemi bibliotecari” (in vigore dal 2021), è sempre stato quello di rendere i servizi bibliotecari più coerenti, accessibili e coordinati su tutto il territorio piemontese. La nuova convenzione sottoscritta nel dicembre 2023 ha consentito di avviare la fusione dei cataloghi, l’unificazione delle anagrafiche, la progettazione di una tessera unica per tutti gli utenti, l’integrazione dei servizi di prestito digitale e la progettazione di un sistema di circolazione libraria esteso a tutto il territorio servito dalle biblioteche aderenti. Una rete per 1,6 milioni di cittadini Il nuovo sistema bibliotecario integrato coinvolge un bacino di circa 1,6 milioni di abitanti e rappresenta il più ampio progetto di cooperazione bibliotecaria oggi attivo in Italia.La rete è composta da sette sistemi bibliotecari coordinati dalle biblioteche polo di Torino e quelle dei comuni di Beinasco, Chieri, Chivasso, Collegno, Moncalieri e Settimo Torinese, gestita quest’ultima dalla Fondazione Esperienze di Cultura Metropolitana. L’adozione di un’unica piattaforma gestionale nel 2023, basata sull’applicativo Clavis, ha reso possibile la fusione dei cataloghi e la creazione di un punto d’accesso unico al patrimonio bibliografico delle biblioteche del territorio. Questo passaggio ha consentito di migliorare l’efficienza dei servizi, favorire la condivisione delle risorse e garantire una maggiore uniformità nella qualità dell’offerta informativa e culturale. Obiettivi e prospettive BITO nasce con finalità concrete e operative, che si possono riassumere in alcuni punti principali: gestione di un catalogo e di una tessera unificati, per l’accesso a tutti i servizi bibliotecari dell’area torinese; attivazione di un servizio unico di prestito digitale, attualmente basato sulla piattaforma MediaLibrary Online (MLOL); definizione di una governance condivisa per la programmazione culturale e la promozione della lettura; consolidamento del ruolo delle biblioteche come presìdi di prossimità e strumenti di coesione sociale. In considerazione delle sue implicazioni economiche e logistiche, il servizio di circolazione libraria fra tutte le biblioteche del Sistema non è ancora pienamente integrato ed attualmente opera nei suoi vecchi “bacini” territoriali, quello di Torino e quello della cintura torinese; l’evoluzione del progetto prevede l’integrazione completa del servizio entro il 2027. Un modello di cooperazione territoriale Con l’avvio di BITO, la Regione Piemonte e gli enti aderenti hanno completato un processo di integrazione previsto fin dal 2004, attraverso una collaborazione che ha coinvolto amministrazioni comunali, biblioteche, fondazioni e strutture tecniche.Il modello che si è sviluppato potrà rappresentare un punto di riferimento anche per altri territori, per la capacità di coniugare efficienza gestionale, coordinamento tecnologico e dei servizi e valorizzazione delle identità locali. BITO non sostituisce le singole biblioteche, ma ne valorizza le competenze, i patrimoni e le attività, rafforzandone il ruolo nella rete dei servizi culturali pubblici.La cooperazione tra i diversi sistemi e comuni consente di ampliare l’offerta, sostenere i progetti di promozione della lettura e sviluppare nuovi servizi digitali e formativi. Il progetto BITO non può dirsi concluso poiché è da completare l’integrazione del servizio di circolazione libraria, la pianificazione unitaria delle attività culturali e l’unificazione dei progetti di promozione della lettura. Nonostante queste lacune, con la nascita di BITO – Biblioteche integrate del Torinese, il territorio metropolitano di Torino ha compiuto un passo significativo verso un sistema bibliotecario più moderno e coordinato.La cooperazione fra istituzioni locali e Regione Piemonte ha consentito di trasformare un progetto di lunga durata in una realtà operativa, capace di migliorare i servizi per i cittadini e di promuovere la cultura come bene comune e condiviso.
Bibliobando: FUTURA+ e ONLIFE+

Bibliobando FUTURA+ e ONLIFE+: due occasioni per fare delle biblioteche hub di competenze digitali e occupabilità 3/11/2025 Negli ultimi anni la transizione digitale è diventata un prerequisito per accedere a servizi pubblici e privati, istruzione e lavoro, ma permangono forti divari di genere, generazionali e territoriali. E le biblioteche di fronte a questo bisogno sono rimaste a guardare? Certo che no! di Stefania Guadagnoli. Biblioteche Castelli Romani Le Biblioteche hanno attivato sportelli di facilitazione digitale e digital corners per l’autoapprendimento, dotato le sale lettura di wi-fi, attivato il prestito di tablet, offerto la biblioteca digitale, realizzato progetti di digitalizzazione del patrimonio e molto molto altro. FUTURA+ e ONLIFE+, del Fondo per la Repubblica Digitale nel panorama dei bandi dedicati alle competenze digitali, rappresentano due occasioni concrete per continuare a lavorare in questa direzione e trasformare sempre più le biblioteche in hub territoriali dove formazione, orientamento e occupabilità si incontrano. Le biblioteche d’altra parte hanno una posizione privilegiata: sono capillari, affidabili, riconosciute dalle comunità: luoghi dove intercettare donne e giovani, che spesso diffidano dell’offerta formativa tradizionale o faticano a conciliare impegni e percorsi di crescita. In concreto, le biblioteche possono accogliere e orientare, ospitare laboratori brevi e pratici (dall’identità digitale alla produttività, dalla sicurezza online all’uso consapevole dell’IA), attivare competenze certificate spendibili e fare da ponte con Centri per l’impiego, scuole, terzo settore e imprese locali per tirocini brevi, job coaching e inserimenti mirati. I due bandi richiedono interventi su almeno due regioni o nazionali e allora perché non trasformare questo vincolo in una leva per costruire alleanze interregionali tra biblioteche, con obiettivi, calendari e governance condivisi? Lavorare in rete consente di mettere a fattor comune metodologie didattiche, strumenti di certificazione e protocolli di tutoraggio, creando un repertorio comune riconoscibile e replicabile, accrescendo scalabilità e sostenibilità, ponendo le basi per costruire una collaborazione duratura tra biblioteche anche oltre le attività, i risultati e il limite temporale dei due bandi. Dunque, accettiamo la sfida? Di seguito il dettaglio dei due bandi, che si differenziano principalmente per target e qualche focus specifico sulle attività previste, per iniziare a fare le prime riflessioni e i primi ragionamenti. BANDO FUTURA+ Soggetto finanziatore: Fondo per la Repubblica digitale (https://www.fondorepubblicadigitale.it/bandi/bando-futura-plus/) Obiettivo: accrescere le competenze digitali delle donne 18–67 anni, riducendo il divario di genere nell’accesso e nell’uso consapevole delle tecnologie; favorire inserimento, permanenza e riqualificazione nel lavoro attraverso percorsi formativi, soft skills e accompagnamento al placement; sostenere interventi scalabili e misurabili sul territorio (multi-regionali/nazionali), con chiari risultati occupazionali e di empowerment. Beneficiari finali: donne in età lavorativa 18–67 (occupate e non). Chi può presentare: solo in partenariato da 3 a 8 soggetti guidati da un Soggetto responsabile, ente pubblico o privato senza scopo di lucro, con sede legale in Italia e almeno 2 anni di anzianità alla data di chiusura del bando. Ammessi partner for profit, entro limiti di budget, per competenze tecniche e sbocchi occupazionali. Scadenza e invio: 18 dicembre 2025, ore 11:00 | invio candidatura su piattaforma Re@dy. Ambito territoriale: almeno 2 regioni o nazionale. Contributo per progetto: € 1–3 milioni (dotazione complessiva € 15 milioni) con costo unitario massimo € 3.500 per beneficiaria; costi indiretti forfettari fino all’8% inclusi nel contributo. Durata: 18–30 mesi Cosa finanzia: formazione digitale base/avanzata; sviluppo soft skills; riattivazione/placement; azioni di intercettazione/ingaggio con eventuali servizi di conciliazione (per favorire la partecipazione). Valutazione e premialità: criteri su coerenza, qualità tecnica, partenariato, fattibilità; premialità per progetti già sostenuti nella prima edizione che ampliano partenariato e platea (fase di scale-up del Piano Strategico 2025–2026). Misurazione dell’impatto: prevista valutazione rigorosa (coordinata dall’Evaluation Lab del Fondo). BANDO ONLIFE+ Soggetto finanziatore: Fondo per la Repubblica digitale (https://www.fondorepubblicadigitale.it/bandi/bando-onlife-plus/) Obiettivo: accrescere le competenze digitali dei giovani NEET 15–34 anni (non occupati, non in istruzione/formazione); favorire inserimento e permanenza nel lavoro tramite percorsi formativi, soft skills e accompagnamento al placement; engagement continuativo dei partecipanti attraverso intercettazione attiva, presa in carico, tutoring/mentoring durante il percorso; promuovere interventi scalabili e misurabili (multi-regionali/nazionali) con risultati occupazionali concreti. Beneficiari finali: giovani NEET 15–34 (non lavorano, non studiano e non sono in formazione al momento della presa in carico). Chi può presentare: solo in partenariato da 3 a 8 soggetti guidati da un Soggetto responsabile (ente pubblico o privato senza scopo di lucro, sede legale in Italia, almeno 2 anni di anzianità alla data di chiusura del bando). Partner for profit ammessi entro limiti di budget e per ruoli tecnico-occupazionali. Scadenza e invio: 18 dicembre 2025, ore 11:00 | invio candidatura su piattaforma Re@dy. Ambito territoriale: almeno 2 regioni o nazionale. Contributo per progetto: € 1–3 milioni (dotazione complessiva € 20 milioni) con costo unitario massimo € 3.500 per beneficiario; costi indiretti forfettari fino all’8% inclusi nel contributo. Durata: 18–30 mesi. Cosa finanzia: formazione digitale base/avanzata (strumenti, produttività, sicurezza, servizi PA); sviluppo di soft skills utili al lavoro (comunicazione, problem solving, teamwork); riattivazione e accompagnamento al lavoro attraverso orientamento, coaching, matching, tirocini brevi; engagement continuativo e misure di conciliazione per frequenza/completamento. Valutazione e premialità: criteri su coerenza, qualità tecnica, partenariato, fattibilità; premialità per progetti già sostenuti nella precedente edizione Onlife che ampliano partenariato e platea. Misurazione dell’impatto: prevista valutazione rigorosa con supporto dell’Evaluation Lab del Fondo.
L’Associazione si rinnova

L’Associazione si rinnova: nuove regole, nuova energia per la Rete delle Reti 3/11/2025 L’aggiornamento dello Statuto rende l’Associazione ancora più inclusiva, più operativa, più proiettata verso il futuro delle biblioteche italiane. di Giuseppe De Righi, Presidente della Rete delle Reti Lo scorso 29 settembre si è tenuta a Genzano di Roma l’Assemblea ordinaria e straordinaria dei soci di Rete delle Reti. Un momento importante per la vita dell’associazione, che ha visto la partecipazione di 21 soci su 27, pari a 901 millesimi: un dato significativo, perché ha permesso di superare ampiamente il quorum richiesto e di approvare in via definitiva il nuovo Statuto. La seduta, alla presenza della notaia Alice Fiorletta, si è aperta con la constatazione che la Rete delle Reti è ormai diventata una realtà solida e riconosciuta, con un ruolo crescente nei rapporti con il Ministero della Cultura, con Federculture e con i network europei come EBLIDA. «Non siamo più solo un coordinamento informale – ha osservato il presidente Giuseppe De Righi – ma un soggetto riconosciuto che rappresenta una parte consistente dei sistemi bibliotecari italiani e dialoga con le istituzioni a tutti i livelli». Le principali modifiche statutarie Il nuovo Statuto – approvato con 20 voti favorevoli e una sola astensione – rappresenta un passo avanti decisivo nella definizione della struttura di governo dell’associazione. Le modifiche più rilevanti riguardano tre aspetti:1. Rappresentanza e governance. È stata ampliata la composizione della Giunta Esecutiva, che ora può contare fino a sei consiglieri oltre al presidente, al vicepresidente e al coordinatore della Commissione Tecnica. Questa scelta consente di dare maggiore spazio agli amministratori degli enti soci, accanto alla componente tecnica rappresentata dal coordinatore.2. Snellimento delle procedure. Sono stati introdotti meccanismi più flessibili per il funzionamento dell’assemblea: il preavviso di convocazione passa da 7 a 15 giorni per garantire la più ampia informazione ai soci e il quorum in seconda convocazione è fissato al 30% delle quote associative, per evitare il rischio di paralisi in caso di scarsa partecipazione.3. Introduzione del Direttore. Per la prima volta il ruolo del direttore viene previsto e regolato statutariamente. Figura di supporto tecnico e gestionale, il direttore – nominato dalla Giunta – coordina le attività quotidiane, cura l’organizzazione interna e partecipa, senza diritto di voto, alle riunioni degli organi associativi. Una modifica che riconosce formalmente una funzione già esistente e essenziale per l’operatività della Rete. Il testo approvato aggiorna inoltre la sede legale, ora presso Federculture in via Zanardelli 34 a Roma, e introduce la possibilità di aprire sedi secondarie – tra cui una in Lombardia – per seguire i progetti in corso con la Fondazione Cariplo. Un’assemblea partecipata e costruttiva L’assemblea si è svolta in un clima di partecipazione e confronto. L’unica astensione, quella della rappresentante delle Biblioteche di Roma, è stata motivata con il recente cambio di direzione e la necessità di un approfondimento interno. Diverse osservazioni puntuali, come la proposta di fissare un quorum minimo anche per la seconda convocazione, sono state accolte all’unanimità, a conferma di un metodo di lavoro collaborativo e aperto. Il presidente De Righi ha ricordato che l’associazione ha compiuto un percorso lungo per arrivare a questa revisione, «nata dall’esigenza di garantire una rappresentanza più ampia e di rendere più fluido il funzionamento interno». L’obiettivo, ha aggiunto, è rafforzare la capacità decisionale e organizzativa di un soggetto che oggi non è solo un coordinamento, ma una vera e propria infrastruttura della cooperazione bibliotecaria italiana. Rinnovo delle cariche L’assemblea ha anche provveduto al rinnovo degli organi sociali, scaduti dopo il primo triennio di attività (2022–2025). Con voto unanime sono stati eletti: Presidente: Giuseppe De Righi (Consorzio SB Castelli Romani) Vicepresidente: Mauro Bruno (Regione Puglia) Coordinatore: Stefano Rinaldi (Rete Bibliotecaria Bergamasca) Consiglieri: Quirino Briganti (Compagnia dei Lepini), Valentina Capelli (SB Seriate Laghi), Giacinto Gaetano (SB Lametino), Franco Orsola (SB Settimo Torinese), Maria Antonia Triulzi (CSBNO). Cinque dei componenti sono stati riconfermati per il secondo mandato, segno di continuità e fiducia nel lavoro svolto. Due i nuovi ingressi: Mauro Bruno, dirigente del settore Innovazione e Reti della Regione Puglia, e Valentina Capelli, presidente del sistema Seriate Laghi, che porteranno nuovi punti di vista e competenze complementari. Verso il nuovo piano strategico La nuova Giunta Esecutiva avrà ora il compito di definire il Piano Strategico 2026–2027, già tracciato in parte dalla precedente gestione. Il documento individuerà le linee di azione prioritarie della Rete delle Reti nei prossimi anni: consolidamento della base associativa, sviluppo di servizi comuni, progettazione europea e rafforzamento delle relazioni con le istituzioni nazionali e regionali. Come ha concluso il presidente De Righi, «questa assemblea ha dimostrato che Rete delle Reti è una realtà viva, capace di lavorare insieme e di rinnovarsi senza perdere la propria identità. Ora si apre una nuova fase: più inclusiva, più operativa, più proiettata verso il futuro delle biblioteche italiane».
Impressioni di Astana

La luce di Astana: 89° World Library and Information Congress 16/09/2025 di Antonella Lamberti,IFLA Section Libraries for Children and Young Adults Camminare chilometri sotto il cielo luminoso e avere all’orizzonte un cilindro avveniristico, la Bayterek Tower, con i suoi 97 metri di altezza, 500 pali e 1000 tonnellate di peso, che sembra così leggera, nel suo elegante orientarsi verso il cielo. Forse questo può rappresentare in sintesi Astana, che ha ospitato l’89° WLIC, il World Library and Information Congress di IFLA: futuro e tradizione in un solo luogo, simbolo di questa incredibile città. La sfera sulla vetta della torre ricorda la leggenda dell’uovo d’oro, deposto dall’uccello sacro della felicità e simbolo di vita e speranza, che bisogna difendere da Aydakhar, il drago malvagio che, nascosto tra le sue radici, vuole divorarlo, in un racconto e un’immagine che celebrano l’antica ed eterna lotta tra il bene e il male. Astana è una città dalle architetture ardite, futuristiche e imponenti, visibili da chilometri di distanza, dal fondo dei suoi immensi viali, in quello che sembra nel suo insieme un incisivo messaggio al futuro e allo spazio siderale e che conserva però nel piccolo, in angoli pubblici, o appartati e intimi, i simboli delle sue leggende, tradizioni e cultura popolare. Da questo non sono escluse le biblioteche, in ognuna delle quali è sospeso un anello dai nastri di stoffa che rappresenta la yurta, antica abitazione dei nomadi kazaki, con il suo tetto circolare da cui si dipartono fasce colorate, e che simbolizza l’unione e la pace. Dal 18 al 22 agosto scorsi abbiamo partecipato al congresso di IFLA, l’89° della sua storia, in questa terra poco conosciuta alla maggior parte di noi eurocentrici, il Kazakistan. “WLIC” (World Library and Information Congress) è sempre un evento memorabile per chi lavora in biblioteca e di chi di biblioteche si occupa. Dovrebbe essere somministrato almeno una volta nella vita, come una medicina, un antidoto al disinteresse e al rischio di noia da routine, come se fosse un complesso vitaminico corroborante, o un vino che ubriaca e mentre ti diverti scatena tempeste di idee e di riflessioni. Perché WLIC non delude mai. Il motto del congresso quest’anno era Uniting Knowledge, Building the Future: insieme nella conoscenza, verso il futuro. Per chi non ha mai partecipato va detto che il congresso ha rituali precisi. Dopo un’anteprima con gli incontri professionali delle varie Sezioni tematiche, e che lavorano a progetti specifici, e i vari “Caucus” ciascuno per congressisti della stessa area linguistica, c’è il giorno della cerimonia inaugurale. Si tratta di un benvenuto ufficiale da parte delle autorità IFLA e da rappresentanti politici del paese ospitante ed è anche uno spettacolo, con intrattenimenti musicali e non di rado danze tipici o personaggi eminenti della cultura locale, che si alternano ai discorsi di benvenuto. Seguono giornate pienissime, con incontri, seminari, laboratori, tavole rotonde, presentazione di nuove tecnologie, poster e racconti di buone pratiche, progetti ed esperienze dal mondo su temi sempre attualissimi dell’informazione e delle biblioteche. Tra un incontro e l’altro, alla fine della giornata, o mentre si prende un caffè, è frequente il soffermarsi con colleghe e colleghi già conosciuti, così come fare nuovi incontri e stringere nuove amicizie che, spesso a partire da uno stesso interesse professionale, a volte diventano personali e affettuose, rafforzate dalla stima reciproca e dalla sintonia dei valori fondanti. La consapevolezza di far parte di una comunità professionale molteplice, che condivide tali valori e gli obiettivi, si nutre anche con piacere e a volte emozione del quadro d’insieme che il congresso offre, nell’evidente presenza di persone così diverse in quanto a origini geografiche. E si conferma nei numerosi momenti di confronto, dentro e fuori il congresso, quanto i diversi background non dividano ma anzi siano sempre una grandissima risorsa per la conversazione professionale e personale. Frequenti sono poi, nelle varie giornate, le lunghe chiacchierate o i cammini esplorativi per la città con persone già conosciute, o appena incontrate, e i pomeriggi e le serate che proseguono così, che sia intorno a un tavolo di un ristorante tipico o, come pure è accaduto, in un pub di stile inglese che lì non ti aspetteresti, a sorseggiare birra kazaka e giocare a giochi da tavolo visuali che non conoscevi, e che potresti riproporre in biblioteca, insieme ad altri congressisti, in un evento proposto dal New Professional Special Interest Group. O ancora ritrovarsi tutti a leggere ad alta voce, ciascuno nella propria lingua, in un flash mob al vicino e immenso centro commerciale, sotto le telecamere della Tv nazionale kazaka, e lasciando poi in regalo i libri portati da casa alle biblioteche della città. E in questi piccoli compositi gruppi improvvisati volteggiano tutte le lingue che si è in grado di parlare, accompagnate da ritratti fotografici in tutte le pose e con tutti gli sfondi: anche i selfie – come i bibliotecari e le bibliotecarie – non hanno confini! Di solito dopo un paio di giorni di congresso un altro momento rituale imperdibile è il Cultural Evening, una festa che il paese ospite offre per presentare cibi tradizionali e musica sia tipica che internazionale e che spinga a ballare. Ecco, chissà se prevedere una serata di ballo anche per ogni altro serissimo convegno e assemblea professionale potrebbe creare nuove prospettive e, oltre ad azionare connessioni neuronali differenti, potrebbe essere un modo piacevole di fare team building e advocacy per la categoria dei bibliotecari, che non sono poi così noiosi come li dipingono! Il congresso si chiude poi sempre con una grande cerimonia, nell’auditorium che aveva ospitato l’apertura, con la proclamazione dei vari premi, i ringraziamenti ufficiali, il passaggio di consegne tra presidenti uscenti ed entranti e l’annuncio del paese che ospiterà il congresso l’anno successivo. La sensazione di appartenenza e di comunità, il rispetto che si avverte e che si dimostra, la possibilità di lavorare insieme a chi non solo ha un background geografico e culturale molto diverso, ma anche un ruolo professionale differente, permettono di contribuire in armonia a progetti e discussioni da parte di bibliotecari
Saluti dal congresso IFLA ad Astana

Saluti da Astana 16/09/2025 di Giuseppe VitielloSenior Adviser, Europe di Rete delle RetiIFLA Section Statistics and Evaluation e Antonella LambertiIFLA Section Libraries for Children and Young Adults La IFLA World Library Conference (WLIC) 2025 dell’IFLA si è tenuta ad Astana, in Kazakistan, dal 18 al 22 agosto. È la prima volta che una città dell’Asia centrale ospita un evento di questa importanza. La Conferenza, dal tema “Unire la conoscenza, costruire il futuro”, ha riunito quasi 1.700 partecipanti provenienti da 114 paesi per discutere le ultime tendenze e le migliori pratiche nel campo della biblioteconomia, con discussioni incentrate in particolare su argomenti quali l’intelligenza artificiale, lo sviluppo sostenibile, le biblioteche digitali e la realizzazione di biblioteche multiculturali. Questa rassegna mira a un breve resoconto sulle attività che ad Astana hanno contraddistinto le sezioni IFLA in cui noi, corrispondenti di Rete delle Reti, che è membro IFLA, siamo attivi, e su alcuni dei numerosi temi discussi e proposti durante il Congresso. Siamo infatti attivi in IFLA sia Giuseppe Vitiello, in qualità di componente della Section Statistics and Evaluation, che Antonella Lamberti, componente della IFLA Section Libraries for Children and Young Adults, oltre che ex componente dello Special Interest Group Women, Information and Libraries, adesso non più esistente.Apriamo quindi con un breve rapporto sul lavoro delle due sezioni in cui siamo stati eletti e dove abbiamo l’opportunità di lavorare e collaborare, per poi seguire, sempre in questo articolo, con alcuni dei temi emersi in altre Sezioni e durante incontri che abbiamo avuto l’opportunità di seguire. Sezione Statistiche e Valutazione Attualmente, la Presidenza e la Segreteria della Sezione sono composte totalmente da colleghi canadesi e molti dei membri sono di area nordamericana. La prestigiosa Sezione, che in passato ha prodotto, ad esempio, l’idea dell’IFLA Library Map of the World, è attualmente in fase di ripensamento, al punto che si è pensato di mutarne il nome introducendo il termine “Impatto” nella sua titolazione. All’interno di questo Comitato intendo proporre sistemi di misurazione delle attività bibliotecarie fondati sugli indicatori SDG. Il primo di essi riguarderà la valutazione del livello di democrazia attuato in biblioteca, in ottemperanza alla Raccomandazione del Consiglio d’Europa sulla legislazione e la politica bibliotecaria. Sezione Biblioteche per Ragazzi e Giovani Adulti La Sezione ha accolto i suoi nuovi membri, nel puntuale rinnovo delle cariche, e presentato a tutte e tutti i progetti in corso, tra i quali assume particolare importanza la revisione in corso delle Guidelines, l’ultima versione delle quali risale al 2021 [Linee guida IFLA per i servizi bibliotecari per ragazze e ragazzi 0-18 ] e per completare la quale si richiede la partecipazione internazionale attraverso laboratori in presenza (come avvenuto a Istanbul lo scorso aprile, durante il Mid Term Meeting della Sezione), e con form online, che verranno opportunamente diffusi.Ad Astana la Sezione ha collaborato nella realizzazione di una sessione intensa e leggera al tempo stesso in collaborazione con le Sezioni Literacy and Reading, School Libraries e Public Libraries, in cui è stato dato spazio a un’esperienza pratica di lettura condivisa e in lingue diverse, oltre alla proposta di un gioco a quiz sui libri della bibliografia internazionale The World Through Picture Books. Un’esperienza che ha mostrato ancora una volta come la lettura possa essere ponte culturale e strumento di dialogo. La Sezione si è confermata un laboratorio produttivo ed efficace di proposte e attività, capace di tessere relazioni e collaborazioni al proprio interno e con altre sezioni, in una esemplificazione quanto mai valida del lavoro di rete che soprattutto i bibliotecari per ragazzi sono chiamati a fare nel loro quotidiano. I delegati hanno anche visitato alcune biblioteche di Astana per bambini e ragazzi: la Central Children’s and Youth Library, la Children’s Library del distretto Almaty, la Children’s Library del distretto Yesil, che sono tra le 8 biblioteche specializzate per l’infanzia delle 23 biblioteche pubbliche in città. Tra le attività collaterali la Sezione ha partecipato anche, con entusiasmo, a un flash mob intitolato “Stories of heroes”, organizzato in collaborazione con l’IFLA Special Interest Group New Professional, dove ancora una volta la lettura ad alta voce in tutte le lingue dei partecipanti è stata la protagonista, animando il grande centro commerciale accanto al palazzo del Congresso e attirando anche l’attenzione dei media locali e nazionali. Sezione Servizi bibliotecari per popolazioni multiculturali La Sezione ha realizzato una sessione aperta in cui ha parlato della preparazione delle Linee Guida, di grande interesse, perché esse si indirizzano a pubblici di minoranze linguistiche, obiettivo prioritario del pilastro sociale dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, così come del Pilastro europeo dei diritti sociali. La scaletta già approntata dalla Sezione comprende i seguenti capitoli: 1. La biblioteca multiculturale; 2. Il quadro giuridico e finanziario; 3. Come soddisfare i bisogni degli utenti; 4. Sviluppo delle Collezioni; 5. Responsabilità umana. Abbiamo proposto di aggiungere capitoli o sottocapitoli riguardanti la Valutazione delle attività dell’impatto, l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e il collegamento con le politiche locali di carattere sociale. Key note speech sullo sviluppo sostenibile Focalizzato su SDG 5 “Eguaglianza di genere”, è stato il key note speech di Bertil Emrah Oder (Università di Koҫ, Turchia), che ha denunciato con precisione e puntigliosità la violenza sulle donne nel mondo: 41.000 femminicidi ogni giorno. Il Segretario Generale dell’ONU Guterres rivela che solo il 15% dell’Agenda 2030 è stato realizzato; per alcuni degli SDG occorre registrare addirittura dei passi indietro. Certamente il SDG 5 è quello in cui i progressi sono stati meno vistosi. Abbiamo posto l’accento sui pilastri sociale ed economico dell’Agenda 2030, intendendo pubblicare a breve un Rapporto specifico. Key note speech sugli studi di prospettiva (foresight studies) Il futuro è uno spazio temporale che viene costruito sulla base di alcuni elementi del passato, di molte nozioni del presente e di alcune (poche) rappresentazioni del futuro. Vi è più di un futuro e varie sono le metodologie che lo possono rappresentare; tra di esse, particolarmente efficace è la proiezione territoriale, eseguita in consultazione con le comunità di riferimento attraverso metodi di consultazione (focus groups) che possano orientare le amministrazioni verso soluzioni positive per
Il progetto TELL : l’influenza delle biblioteche

Il progetto TELL : l’influenza delle biblioteche 16/09/2025 di Giuseppe Vitiello, Senior Adviser, Europe, di Rete delle Reti Il progetto TELL – TRANS-EUROPEAN LEARNING LIBRARIES -, finanziato dal programma Erasmus+, include otto partner provenienti da sette paesi con l’obiettivo di sviluppare un modello educativo di successo per promuovere la Raccomandazione del Consiglio d’Europa e il finanziamento delle biblioteche attraverso i Fondi strutturali e di investimento europei. L’iniziativa include una guida alla Raccomandazione, la creazione di un programma di studi innovativo, l’organizzazione di due scuole invernali e l’attuazione di una tabella di marcia che porti a una riflessione su come le biblioteche possano inserirsi nelle discussioni riguardanti i Fondi strutturali e di investimento europei 2028-2035. Il Questionario TELL riguardante la realizzazione in Italia della Raccomandazione del Consiglio d’Europa, lanciato nel mese di maggio, ha raccolto, nel nostro paese, le risposte di oltre 200 sulle 500 biblioteche di Rete delle Reti che l’avevano ricevuto e, in Europa, oltre 1000 risposte in 6 paesi. I risultati sono di tale interesse e rilevanza che tutti i partner del progetto si sono accordati per produrre non una sola Sintesi unica dei rapporti nazionali, ma ben tre Sintesi, riguardanti: a) libertà di espressione, libero accesso all’informazione e partecipazione democratica; b) la governance bibliotecaria degli SDG; c) la penetrazione tecnologica e l’utilizzo dell’AI nelle biblioteche. Che cosa possono fare le biblioteche italiane per influenzare il lavoro svolto all’interno di TELL? Le biblioteche italiane possono partecipare ai workshops che, a partire dal 2026, saranno organizzati dal progetto su ciascuna delle priorità TELL. Sulla base di queste attività, esse possono costruire la rete utile alla promozione della Raccomandazione a livello istituzionale e a suscitare un clima favorevole all’inserimento delle biblioteche nelle attività proposte dai Fondi strutturali 2028-2034.
Il rapporto OMC

Il rapporto OMC: il contributo di Rete delle Reti e come possono incidere le biblioteche italiane sui programmi internazionali 16/09/2025 di Giuseppe Vitiello, Senior Adviser, Europe, di Rete delle Reti Il gruppo OMC è un’aggregazione temporanea di esperti designata dai Paesi Membri dell’Unione europea incaricati di presentare proposte di sviluppo settoriali al Consiglio dell’Unione europea. Dal 2023 è attivo un Gruppo OMC che, nel 2026, presenterà a politici, amministratori e esponenti della professione bibliotecaria un’opera di assoluto riferimento per le politiche bibliotecarie europee e nazionali. Il contenuto del Rapporto OMC va quindi strettamente monitorato, in modo che le politiche dell’Unione europea siano equilibrate e tengano conto delle esigenze di tutti i Paesi membri. La bozza di rapporto che Rete delle Reti ha avuto in visione inquadrava le biblioteche in modo limitato e con orientamenti favorevoli alle biblioteche più avanzate. Non teneva conto, ad esempio, di ritardi strutturali e Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Dimenticava, inoltre, di menzionare la Raccomandazione del Consiglio d’Europa sulla legislazione e la politica bibliotecaria del 2023, punto di arrivo forse per molti sistemi bibliotecari avanzati, ma solo di partenza per quelli meno sviluppati. Grazie alla visibilità internazionale acquisita con il progetto TELL, Rete delle Reti ha unito le sue forze con LibrarIn, un altro progetto fortemente caratterizzato sul versante delle politiche e delle buone pratiche bibliotecarie, finanziato dal programma europeo Horizon. Insieme i due progetti hanno proposto modifiche radicali ai due capitoli preparatori del Rapporto OMC. Le modifiche sono state introdotte dalla lettera seguente di accompagnamento, qui tradotta in italiano e riprodotta integralmente. ______________________________________________________________________________________________________________________ Cari Klassen e Stuart [rispettivamente Presidente e Segretario del Gruppo OMC Biblioteche], È nostro piacere comunicare al Gruppo OMC che, su richiesta di diversi delegati OMC, i progetti LibrarIN e TELL hanno unito le loro forze per mettere a disposizione dei delegati i dati e le risorse in loro possesso. I nostri contributi sono presentati come proposte di correzioni (in allegato) ai capitoli 2 e 5 della bozza di Rapporto. Essi si basano sui seguenti presupposti fondamentali. Allineamento con l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Nella bozza di rapporto abbiamo descritto il contributo delle biblioteche alle sette priorità chiave dell’Unione Europea utilizzando la tavola EU ufficiale di corrispondenza tra le sette priorità e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Senza un collegamento esplicito agli SDG, infatti, il Rapporto OMC potrebbe apparire scollegato e persino in contrasto con l’importante lavoro già svolto dalle biblioteche nel quadro delle politiche nazionali e locali relative agli SDG. Dare priorità alla recente politica bibliotecaria. Abbiamo posto l’enfasi sulla Raccomandazione del Consiglio d’Europa del 2023 sulla Legislazione e la Politica bibliotecaria in Europa. Si tratta del documento politico più recente e maggiormente rilevante in materia di biblioteche, firmato da 46 paesi. Facciamo presente, inoltre, che nel 2020 è stato firmato un nuovo accordo quadro tra il Consiglio d’Europa e l’Unione europea. Informazioni accurate sui Fondi strutturali europei. Abbiamo introdotto nella bozza di Rapporto informazioni accurate e dettagliate sui Fondi strutturali europei, rettificando alcuni punti (ad esempio, FESR, e non FSE+) e sottolineando il ruolo essenziali di questi Fondi per lo sviluppo delle biblioteche in tutti i paesi europei, in particolare nei paesi dell’Europa del Sud-Est. Come è noto, parte di essi potrebbe essere riversata nelle attività di preparazione e gestione delle crisi nell’UE (ex Piano di riarmamento); è necessaria, pertanto, la massima vigilanza. Disparità bibliotecarie. Abbiamo sottolineato le disparità significative in materia di sviluppo bibliotecario in Europa. Pur fissando obiettivi comuni, una politica bibliotecaria europea, infatti, dovrebbe consentire una pluralità di opzioni e di allocazione delle risorse per tenere conto di tali differenze nazionali e regionali. Revisione della matrice di autovalutazione. Abbiamo fortemente rivisto la matrice di autovalutazione presente nel capitolo 5. Quella originale, infatti, trascurava i significativi vincoli finanziari e istituzionali a livello nazionale e locale posti alle biblioteche e suggeriva, inavvertitamente, che bastasse loro semplicemente “posizionarsi” all’interno di una delle tre fasi di sviluppo per entrare in una cornice virtuosa di sviluppo ulteriore. Tutti questi punti – Agenda 2030, Raccomandazione del Consiglio d’Europa, disparità regionali e finanziamenti europei per le biblioteche – sono parte integrante della risoluzione del Consiglio del 2022 sul piano di lavoro dell’UE per la cultura e del mandato 2023 assegnato al gruppo OMC. Ometterli potrebbe essere considerato una svista agli occhi dei decisori politici. Raccomandazioni per il follow-up della relazione OMC Per quanto riguarda il seguito del Rapporto OMC, consigliamo vivamente di “includere linee di bilancio dedicate nei programmi di finanziamento dell’UE” (Sezione 2 del Manifesto delle biblioteche EBLIDA, PL2030, IFLA, LIBER e NAPLE del 2024) e non (o almeno, non solo) di “dedicare linee di finanziamento nei programmi dell’UE per l’istruzione e la cultura a progetti che coinvolgano le biblioteche” (Sezione 1). Non si tratta solo di una preferenza finanziaria, anche se, ad esempio, un progetto finanziato da Horizon dispone in genere di risorse 10-15 volte superiori rispetto a un progetto nel campo dell’istruzione/cultura. Non c’è alcun dubbio che i Fondi strutturali europei costituiscano la più importante entrata di fonte europea per le biblioteche. Il loro investimento decennale è stato pari a 281 868 000 EUR nelle biblioteche di soli tre paesi (Estonia, Italia, Polonia), il che equivale al 25% dell’intero bilancio del programma europeo CERV settennale in 34 paesi! Pertanto, come seguito del Rapporto OMC, suggeriamo un Rapporto (o una Comunicazione) della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni. Questo approccio è stato utilizzato con successo dal Gruppo OMC sulla dimensione culturale dello sviluppo sostenibile nelle azioni dell’UE. Un Rapporto così orientato tipo aiuterebbe in modo significativo le biblioteche di tutta Europa a (ri)negoziare i Fondi strutturali e di investimento europei per il ciclo di programmazione 2028-2034. Lo strumento del Rapporto (o della Comunicazione) della Commissione sarebbe utile anche per le biblioteche dei paesi confinanti con la Russia o più direttamente colpiti dal conflitto ucraino, poiché i Fondi strutturali in quei paesi saranno con ogni probabilità orientati a soddisfare esigenze di sicurezza nazionale. Per quanto riguarda le biblioteche
